2019
O Italia, o grande stivale,
non cacciarmi di nuovo a pedate
Jonida Xherri
Embroidered tapestry, 100 x 1000 cm - Arazzo ricamato, 100 x 1000 cm




(1). Jonida Xherri, “O Italia, o grande stivale, non cacciarmi di nuovo a pedate”, 2019, MUST Museo del Territorio di Vimercate, 2019. Courtesy the artist
(2). Jonida Xherri, “O Italia, o grande stivale, non cacciarmi di nuovo a pedate”, 2019, Museo del Dialogo e della fiducia del Mediterraneo, Lampedusa, 2020. Courtesy the artist
(3). Jonida Xherri, “O Italia, o grande stivale, non cacciarmi di nuovo a pedate”, 2019, Municipio di Ispica 2023. Courtesy the artist
The tapestry bears a quote from Emanuel Carnevali, an Italian poet and migrant who left for America from the port of Genoa and returned to Italy in the early 20th century. It is a kind of flag that Jonida Xherri always carries with herself. When it wears out, a catalog will be made with all the cities that have welcomed the tapestry, as a physical memory of a network of people and stories interwoven over the years. The phrase was dedicated by Carnevali to his own land, and it is re-proposed today to Italians by birth and Italians by "feeling”, Italians who want to emigrate, but who also want to stay, hoping for a better country. The work aims to raise awareness about the issues of immigration, crisis, and conflict, and insists on a constant that has accompanied and will continue to accompany human evolution: travel, displacement, and migration are factors that have influenced human history. In the tapestry, the text is made up of braided threads and the background is composed of strips of cloth that reproduce the sea, a space of union and division between countries. Each braid symbolizes the history of the people who made it in a particular place, thus uniting a personal history and place with a collective one. The tapestry, made in March 2019, has been exhibited in Modica, Vimercate, Salemi, Santa Croce sull'Arno, Borgo San Lorenzo, Scicli, Lampedusa, Ispica, and will continue to tour around Italy.
L’arazzo reca una citazione di Emanuel Carnevali, poeta e migrante Italiano partito per l’America dal porto di Genova, di ritorno in Italia nel primo Novecento. È una sorta di bandiera che Jonida Xherri porta sempre con sé. Quando si consumerà, verrà realizzato un catalogo con tutte le città che l’hanno accolta, come memoria fisica di una rete di persone e storie intrecciate nel corso degli anni. La frase è stata dedicata da Carnevali alla propria terra, e viene riproposta oggi a italiani di nascita e italiani di “sentimento”, italiani che vogliono emigrare, ma che vogliono anche restare, sperando in un paese migliore. L’opera intende sensibilizzare riguardo i temi dell'immigrazione, della crisi e della conflittualità, e insiste su una costante che ha accompagnato e continuerà ad accompagnare l’evoluzione umana: il viaggio, gli spostamenti, le migrazioni sono fattori che hanno influenzato la storia dell’uomo. Nell’arazzo il testo è formato da fili intrecciati e lo sfondo è composto da strisce di stoffa che riproducono il mare, spazio di unione e divisione tra paesi. Ogni treccia simbolizza la storia delle persone che l’hanno realizzato in un determinato luogo, unendo così una storia e un luogo personale a una storia e un luogo collettivi. L'arazzo, realizzato nel marzo 2019, è stato esposto a: Modica, Vimercate, Salemi, Santa Croce sull'Arno, Borgo San Lorenzo, Scicli, Lampedusa, Ispica e continuerà a fare il giro d'Italia.
Jonida Xherri
Jonida Xherri was born in Durres, Albania, in 1985. She studied at the Academy of Fine Arts in Florence and the Kunstakademie in Muenster. She lives between Modica and the cities that host her projects. She considers her artistic research as intertwined with her life and engaged in messages related to popular everyday life: welcome, hospitality, meeting among people and among cultures, respect, equality, immigration as a link between man and nature, public and participatory art. She has taken part in art residencies during which she has always invited the citizenry to participate in the making of the works. Her works can be found at: Orestiadi Foundation in Gibellina, Wheat and Bread Museum in Salemi, Municipality of Casentino, Belice Museum EpiCenter of Living Memory in Gibellina, MULA+ in Latronico, Cronomatografica in Ispica, MUST Museum of the Territory of Vimercate, Casa Masaccio in S. Giovanni Valdarno, Giardino di Noce in S. Giovanni Valdarno. She has participated in projects curated by Achille Bonito Oliva, Pietro Gaglianò, Barbara Pavan, Officine in Transito, Evelina Barone, Maria Paola Zetta, Giuseppe Maiorana, Elena Magini, Arabella Natalini, Lori Adragna.
Jonida Xherri è nata a Durres, Albania, nel 1985. Ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze e la Kunstakademie di Muenster. Vive tra Modica e le città che accolgono i suoi progetti. Considera la sua ricerca artistica un intreccio con la sua vita, impegnata in messaggi legati alla quotidianità popolare: accoglienza, ospitalità, incontro tra le persone e le culture, rispetto, uguaglianza, immigrazione come legame tra uomo e natura, arte pubblica e partecipata. Ha preso parte a residenze d’arte durante le quali ha sempre invitato la cittadinanza a partecipare alla realizzazione delle opere. I suoi lavori si trovano a: Fondazione Orestiadi di Gibellina, Museo del Grano e del Pane di Salemi, Comune di Casentino, Museo Belice EpiCentro della memoria viva di Gibellina, MULA+ di Latronico, Cronomatografica di Ispica, MUST Museo del Territorio di Vimercate, Casa Masaccio di S. Giovanni Valdarno, Giardino di Noce di S. Giovanni Valdarno. Ha partecipato a progetti curati da Achille Bonito Oliva, Pietro Gaglianò, Barbara Pavan, Officine in Transito, Evelina Barone, Maria Paola Zetta, Giuseppe Maiorana, Elena Magini, Arabella Natalini, Lori Adragna.
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